I Quaderni di Serafino Gubbio operatore – Pirandello

Si ritorna a parlare del buon Pirandello e questa volta lo facciamo occupandoci de “I Quaderni di Serafino Gubbio operatore”.

Pirandello, I Quaderni di Serafino Gubbio…

Qualcosa di molto forte mi lega a questa novella. Si tratta, infatti, della prima opera letteraria che mi ha aperto le porte al Pirandello scrittore; prima di allora ero in confidenza esclusivamente con la sua anima teatrale.
Un ricordo singolare, inoltre, affiora alla mia mente ogni volta che leggo questo titolo.

… e un ricordo che affiora

Ero una speranzosa e idealista (idealista ancora, speranzosa mica tanto!) studentessa presso l’Università ‘Carlo Bo’ di Urbino e il mio professore di storia contemporanea e dell’industria culturale chiedeva alle nostre giovani menti una relazione su un libro di un autore del ‘900 in grado di esporre gli elementi critici utili a comprendere il ruolo dell’industria culturale in quel periodo.

La mia scelta? Ovviamente I Quaderni di Serafino Gubbio operatore! Perché? Perché le sue pagine mi avevano stregata anni prima e perché lo ritenevo molto azzeccato. Non la pensava allo stesso modo, però, il mio professore; la scelta, a quanto pare, non era così riuscita per motivi che ritengo pseudoaccademici.
Per farvi capire meglio, espongo la parte saliente della disquisizione sulla mia preferenza pirandelliana:

« No, signorina! La prego… Pirandello no! »
« Non va bene il titolo? »
« Non va bene Pirandello! »
« Perché? »
« Perché è pesante! »
« Ma a me “I Quaderni di Serafino Gubbio operatore” piace tanto »
« Ah sì? »
« Sì! »
« Mi scusi, ma Lei di dov’è? »
« Provincia di Agrigento »
« Ah… allora è giusto! Porti pure una relazione sul suo conterraneo e la sua opera, ma La scongiuro… con parsimonia! ».

Leggi anche: ‘L’esclusa’: quando Pirandello scriveva già dell’emarginazione e della donna

Ora, io questo “con parsimonia” non l’ho ancora capito. Anche perché come si può essere parsimoniosi con una penna del genere? Impossibile!
Ad ogni modo, forte della tenacia con la quale avevo difeso l’autore conterraneo, mi sono immersa completamente nella vita di Serafino e in quella di Pirandello, portando a termine il mio lavoro…
Ah, ma voi volete sapere il voto! Mi dispiace, quello proprio non lo ricordo e, in ogni caso, non mi sono mai piaciuti gli sterili giudizi da cattedra.

I quaderni di Serafino Gubbio operatore Pirandello

I Quaderni di Serafino Gubbio operatore

Inviato per la prima volta al Corriere della Sera con il titolo Si gira…, viene rifiutato perché considerato troppo sperimentale.
Fortunatamente riesce a vedere la luce nel 1915 su La nuova antologia sotto forma di fascicoli. L’anno successivo diventa libro e viene pubblicato dalla casa editrice Treves. È del 1925 la versione che noi tutti conosciamo e che porta l’ormai noto titolo.

Trama

Serafino cerca lavoro

Il siciliano Serafino Gubbio si è trasferito a Roma per cercare lavoro e riesce a farsi assumere come operatore cinematografico per gli studi della Kosmograph.
Il suo compito consiste nel girare la manovella della macchina da presa. Una mansione che a lungo andare lo fa sentire come un automa succube della volontà della macchina stessa.
A introdurlo in questo mondo è Simone Pau, suo amico nonché filosofo, che lo invita a trovare provvisoria sistemazione presso uno squallido ospizio di mendicità. Gli avventori di quel luogo sono persone molto particolari come il violinista ex alcolizzato che non vuole suonare più il violino per paura di ricadere nel vizio o come lo stesso Pau con la sua particolare visione del mondo cinica e fredda e il suo bizzarro filosofeggiare.

Tutti ai piedi di Vania Nestoroff

Ma anche all’interno della troupe della Kosmograph Gubbio individua personalità molto particolari. Una di queste è la prima attrice Vania Nestoroff, donna dalla bellezza crudele che fa innamorare tutti gli uomini. A cadere nella trappola fascinosa della Nestoroff è il pittore Giorgio Mirelli, al quale Gubbio aveva dato tempo addietro lezioni di greco e latino nella casa di campagna della nonna a Ischia. Uomo estremamente sensibile, Mirelli dopo aver scoperto il tradimento della sua amata con Aldo Nuti, fidanzato di sua sorella, decide di togliersi la vita.
La vicenda è ormai un ricordo lontano e la bella attrice è ora legata sentimentalmente con l’attore Carlo Ferro, uomo violento e molto pieno di sé.

La tigre e la fine

Il passato, però, spesso ritorna e Aldo Nuti, trovatosi a Roma, si presenta alla Nestoroff con l’intenzione di riallacciare i rapporti. Una scelta che crea molta tensione nelle vite private e lavorative delle persone che frequentano la Kosmograph.

A tutto questo si aggiunge anche una scena molto particolare da girare che prevede l’uccisione di una vera tigre. Per compiere il terribile gesto è stato scelto Ferro il quale, dopo numerosi ripensamenti, decide di farsi da parte e lasciare il ruolo ad Aldo Nuti, aspirante attore da sempre. Quest’ultimo accetta volentieri la ‘generosa offerta’ del rivale, ma sul set avviene l’impensabile. Mentre è dentro la gabbia con la tigre, Nuti prende la mira e spara, ma il proiettile raggiunge la Nestoroff che cade a terra mentre lui viene sbranato. Gubbio, che da bravo operatore non ha mai lasciato la sua manovella, riprede tutta la scena e lo shock gli toglie la parola per sempre.

I Quaderni di Serafino Gubbio

Serafino, privato della parola, ci rivela le sue opinioni attraverso i quaderni. La principale considerazione, quella che ritorna sempre in tutti i suoi scritti, è il ruolo della modernità, delle macchine che prendono il posto degli uomini fino a renderli schiavi. E questa non è una critica che viene fatta unicamente all’ambiente cinematografico, ma alla vita in generale.
Attraverso Gubbio, Pirandello sottolinea l’assurdo destino dell’uomo che costruisce macchine con l’ingenua convinzione di essere più libero e non si accorge, invece, di delegare la sua libertà proprio a loro fino a diventarne completamente dipendente. In questo modo l’essere umano si spersonalizza sempre più, mentre la fredda macchina prende vita e comanda.

Manipolazione delle macchine in I quaderni di Serafino Gubbio operatore

La manipolazione delle macchine

Le macchine manipolano la realtà e l’esistenza, producendo prodotti vuoti e inutili. Ma sono indispensabili perché diventano l’estensione del nostro corpo, in attesa di sostituirlo del tutto. Per sopravvivere alla vita, a Serafino viene chiesto di girare sempre e comunque la manovella. Così, Gubbio smette di essere Gubbio per diventare solo una mano che sfama la macchina da presa con la misera sceneggiata della vita per compiacere sordidi spettatori.
Totalmente soggiogato dall’attrezzo, l’operatore non riesce a smettere il suo ruolo neanche durante la tragica scena della tigre, catturando per sempre l’atrocità della realtà costruita dall’uomo.

La psicologia dei personaggi

Coinvolgente, ma c’è da aspettarselo da Pirandello, è la psicologia dei personaggi. Come tutti sanno, l’autore li costruisce tracciandone ogni singolo pensiero, sentimento, carattere fino a creare quel turbinio di sensazioni ed emozioni che caratterizzano la nostra complessa esistenza.
La Nestoroff, conosciuta da tutti come una femme fatale, è in realtà prigioniera della sua bellezza. Odia con tutta se stessa gli uomini che la vogliono solo per il suo involucro, fregandosene di quello che c’è dentro. Addolorata per la fine di Giorgio Mirelli, punisce se stessa affiancandosi a un uomo che la tratta male e che la disprezza. La prima attrice è vittima del suo fascino che rende vittime gli uomini e il sincero disprezzo di Ferro è un conto salato da pagare per la propria espiazione.

I quaderni di Serafino Gubbio operatore

Gubbio ha la consapevolezza di essere pagato per nutrire un mostro di ferro che, giorno per giorno, divora un pezzo della sua umanità e dell’umanità di chi usufruisce dei suoi prodotti. Ma la consapevolezza di Serafino non può e non deve fermare quella sua mano che gira la manovella. Se il mostro di ferro non mangia, muore e se muore moriamo tutti noi che ci siamo fatti ombre, lubrificanti di quelle macchine che abbiamo creato e che hanno preso il sopravvento relegandoci a una eterna e lenta agonia di false felicità.

I Quaderni di Serafino Gubbio: perle, consigli e chiacchiere…

Se la storia di Serafino Gubbio e le numerose tematiche affrontate da Pirandello hanno catturato la vostra attenzione, vi consiglio di vedere (se non lo avete ancora fatto) Boris.
Si tratta di una serie televisiva italiana che racconta, in chiave ironica e cinica, tutto quello che accade dietro le quinte di un set televisivo.

Andata in onda per la prima volta su Fox nel 2007, ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti. Nel cast figurano attori come Francesco Pannofino, Alessandro Tiberi, Caterina Guzzanti e Carolina Crescentini; la regia è di Luca Vendruscolo, Giacomo Ciarrapico e Mattia Torre.

Ti piace Pirandello? Consigliamo questo interessante spazio dedicato alla penna agrigentina.

Marilisa Pendino

I Quaderni di Serafino Gubbio operatore, Pirandello

1° edizione
Editore: Fratelli Treves, Milano, 1916

Edizione analizzata
Casa editrice: Arnoldo Mondadori, 2005
Collana: I Meridiani

pp. 216

One Comment Add yours

  1. Pierangela Marchetti ha detto:

    Ho scoperto, amato visceralmente e mai più dimenticato Pirandello il lontano anno in cui, nella lista delle letture estive di II media, mi ritrovai un volume delle “Novelle per un anno” del tuo grande conterraneo.

    … E fu immediatamente per me
    la rivelazione della psicologia,
    l’intuizione della psicanalisi,
    la scoperta del ‘relativismo’ (senza sapere ancora che si chiamasse così)
    lo “strappo nel cielo di carta” de “Il fu Mattia Pascal” che avrei letto poi al ginnasio
    la multiforme lezione della molteplicità,
    dello sdoppiamento e
    del disorientamento, per non dire alienazione dell’uomo moderno …

    In una parola, la “modernità” di questo grande “pensatore” prima ancora che scrittore,
    la quale è poi un’altra forma di classicità
    e di universalità.

    E con lui mi furono chiare sia la mia naturale lontananza da ogni forma di determinismo, positivismo, razionalismo
    che l’origine della mia (vana, purtroppo, ma perdurante) lotta contro il perbenismo, il provincialismo,
    la pseudo normalità …
    et alia

    Ciao e congratulazioni: mi piace come parli della grande letteratura
    agganciandola ad una narrazione
    personale.
    Molto bello: ai miei tempi non era consentito, ahinoi!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *