Il castello di Baux: un libro ‘completo’ di Ninetta Pierangeli

Quello che cerco in un libro è la possibilità di ritrovarmi immersa nella storia fino al collo, tanto da credere che la vita dei personaggi sia strettamente legata alla mia. Quando un testo, oltre a essere ben scritto, riesce a soddisfare questo mio ‘capriccio’, rientra nella categoria di quelli che definisco libri completi.

Il castello di Baux: un libro completo

Devo ammettere, con grande piacere, che mi è già capitato di incontrare lavori del genere. Di recente, ad esempio, ho letto Il castello di Baux, edito da Scatole Parlanti e scritto da Ninetta Pierangeli.
La Pierangeli è una penna romana, classe 1968, che si divide tra l’insegnamento (insegna Lettere in una scuola media) e la scrittura (scrive storie per tutte le età e ha vinto diversi premi letterari); tra i suoi titoli: Il tempo degli animali felici per Nicola Calabria Editore (2006); Le avventure di Agostino il millepiedi per Edigiò (2007); Asperger per Lepisma (2015) e L’immagine misteriosa per Augh edizioni (2016).

Il suo ultimo lavoro, Il castello di Baux, è un chiarissimo esempio di libro completo che mescola abilmente tutti gli elementi necessari per definirlo tale: drammi personali, elementi di criticità dell’epoca odierna, rievocazioni storiche, amori sognati e amori negati, un pizzico di malinconia, rivincite e umanità.

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L’autrice Ninetta Pierangeli 

La storia di Bertrand

Il quarantenne Bertrand vive a Nizza, in una bellissima casa ereditata dall’amata zia Jacqueline. La sua quotidianità non la divide con nessuno e, di recente, la ditta per la quale lavora è fallita, lasciandolo all’improvviso senza un impiego.
Ma Bertrand non è soltanto un solitario quarantenne disoccupato, è anche (e soprattutto) un balbuziente; una condizione, quest’ultima, che ha influenzato tantissimo il rapporto con gli altri e con se stesso.

Attanagliato fin da piccolo dalla stretta morsa della balbuzie, capisce che è destinato a faticare più degli altri. Per le persone, infatti, balbettare vuol dire essere indietro, essere deficiente e ben presto anche lui finisce per pensarla allo stesso modo d’altronde, neanche la famiglia gli ha mai fatto credere il contrario.
Anche sul piano sentimentale le cose non vanno proprio bene. L’amore, per uno che non è in grado di pronunciare la parola stessa, è un qualcosa da vivere solo nella propria testa.

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Un viaggio attraverso la Provenza

Crescendo le cose cambiano un po’, Bertrand impara a trovare il suo posto nel mondo grazie a un oggetto particolare: il computer. In perfetta sintonia con il linguaggio tecnologico, diventa un abile hacker, ottiene un lavoro fisso e usa le sue capacità nella lotta contro gli jihadisti.
Ma ora che la ditta è fallita, l’abile hacker è rimasto di nuovo indietro. Nell’attesa di trovare un altro impiego, decide di prendersi del tempo per sé viaggiando attraverso la Provenza.
Il viaggio lo porta a visitare il castello di Baux, costruzione medievale che nel suo immaginario rievoca spensierati giochi d’infanzia.

Ma quella che sembrava essere una semplice visita, si rivela ben presto un evento straordinario per il protagonista. L’audioguida gli permette di immedesimarsi negli oggetti più importanti della fortezza che, attraverso la loro voce, raccontano le vicende che hanno caratterizzato la storia di quel luogo leggendario.
Tra suggestive rievocazioni storiche e incontri speciali, Bertrand si ritrova al centro di
vicende molto particolari che cambieranno per sempre la sua vita.

Tutti siamo un po’ Bertrand

Il castello di Baux è una rivelazione. Ho già parlato di ‘libro completo’ e torno a ribadire che questo ne è un chiaro esempio.
Il perché è presto detto. Quella del protagonista non è una vita straordinaria, ma è straordinariamente comune. E proprio per questo è semplice l’immedesimazione del lettore. Tutti siamo un po’ Bertrand, ognuno con i propri piccoli e grandi problemi, ognuno con le proprie conquiste e i propri fallimenti.

Per il personaggio, che con i suoi tratti quasi incarna l’umanità tutta, si prova pena, tenerezza e affinità. Chi non ha mai avuto problemi a lavoro? Chi non ha mai avuto un’adolescenza tumultuosa? Chi non si è mai scontrato con la propria famiglia? Chi non ha mai avuto paura di amare? E, infine, chi non ha mai sentito la necessità di prendere in mano la propria vita?

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Il castello di Baux 

Due tipi di viaggio

Ma nel libro c’è molto di più. La Pierangeli non solo riesce a costruire un personaggio in grado di riflettere pezzi di vita del lettore, elabora anche una narrazione su più piani, dove la curiosità è stimolata in un crescendo.
E i diversi piani del racconto si esplorano attraverso due tipi di viaggio. Il primo, è un viaggio alla scoperta del protagonista, del suo passato e del suo presente sulle strade della Provenza. Il secondo lo si effettua insieme a Bertrand, durante la visita del castello.
Qui, questa sorta di pirandelliano viaggio nel viaggio, si fa sempre più accattivante. Le memorie e le speranze del protagonista si intrecciano, si mescolano con le voci degli oggetti che, attraverso l’audioguida, narrano di personaggi famosi, di vite straordinarie e di storie leggendarie.
Un costrutto sicuramente non banale che sollecita senza tregua l’attenzione, fino a soddisfarla completamente mediante un finale imprevedibile.

Leggi anche: Resistere, insistere, persistere: I leoni di Sicilia, La saga dei Florio di Stefania Auci

Se anche voi, dunque, amate i drammi personali, gli elementi di criticità dell’epoca odierna, le rievocazioni storiche, gli amori sognati e quelli negati, un pizzico di malinconia, le rivincite, l’umanità, ma soprattutto una storia ben scritta, allora questo libro completo fa per voi.

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Marilisa Pendino

Il castello di Baux

Casa editrice: Scatole Parlanti
Collana: Voci
I edizione: novembre 2019
Pagine: 210 

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