Come ogni dicembre da 8 anni ormai, salutiamo l’arrivo dell’inverno con il festival dei vini e dei libri indipendenti ‘L’ivre’, che si terrà a Roma all’Atelier Autogestito ESC, dal 18 al 22 dicembre.
Un gioco di parole per le nostre orecchie che entrano così di diritto tra i sensi che vengono stimolati dall’incontro inevitabile, ma sempre originale, del vino con le pagine dei libri. Non è certo una novità, questi due personaggi ben compaiono in diverse storie della nostra cultura e della nostra civiltà.
Ma l’aggettivo che connota quest’unione e la rende particolare nel suo genere è “indipendenti”… una parola che trova dentro ciascuno di noi un significato sulla base della domanda che gli associamo:
Indipendenti da chi? da cosa?
Da chi trae profitto dalla cultura e la tratta alla stregua di qualsiasi altra merce. Da chi guadagna sul lavoro di chi dedica la sua vita alla passione per la scrittura e da chi sente l’esigenza di comunicare con le altre persone. Da chi riempie le librerie di testi vuoti, ma dai titoli accattivanti, e si possono permettere una concorrenza spietata con le piccole librerie. Da chi non ci vorrebbe nemmeno fare leggere, perché certi libri preferirebbero non fossero pubblicati. E da chi li brucia ripetutamente.
Da chi vuole le nostre città vuote, in uno stato di emergenza perenne e trova di utilità sociale destinare al disuso gli spazi che vengono gestiti come beni comuni.
Da chi non ci vuole indipendenti nemmeno su come ci alimentiamo, su come vogliamo che sia trattata la nostra terra e la maniera in cui ci nutriamo! Nel corpo e nella mente!
Indipendenti…ok, ma come?
Possiamo essere indipendenti, come lo sono le 40 case editrici che saranno presenti all’evento, con i loro testi che non vengono scelti sulla base delle regole del mercato, sul fatto che venderanno o meno, ma perché contengono qualità e non negano la possibilità a giovani scrittori emergenti di veder pubblicati i propri testi in base alla loro ‘possibilità di successo’. Indipendenti possiamo esserlo non nascondendoci dietro al timore di dire le nostre idee e parlare della nostra contemporaneità in maniera critica e rivoluzionaria.
Possiamo essere indipendenti riprendendoci le strade, gli edifici che vengono abbandonati, gli spazi di socialità che ci vengono negati.
E siamo indipendenti quando diventiamo consapevoli che del cibo che mangiamo non dobbiamo essere consumatori, ma coproduttori di chi lo coltiva e lo trasforma, perché siamo l’anello finale di una catena che ci unisce tutti quanti!
Durante l’evento sarà possibile degustare gli ottimi prodotti di 23 vignaioli provenienti da tutta Italia, sfogliando i cataloghi di note case editrici. Tra le molte iniziative, sarà presentato il nuovo numero di Jacobin italia “Dove è finito il populismo” con Giulio Calella (Edizioni Alegre), Giuliano Santoro (Jacobin Italia), Vanessa Bilancetti – Vane Bix e Alberto De Nicola (DINAMOpress, media partner dell’evento).
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Vi segnaliamo inoltre l’interessantissima presentazione di “Chthulucene. Sopravvivere su un pianeta infetto” (Produzioni Nero) e di “Le promesse dei mostri. Una politica rigeneratrice per l’alterità inappropriata” (DeriveApprodi), della scrittrice Donna J. Haraway, che si terrà venerdì alle 19,30.
Vincenzo Montalbano